Ho un debole per i dolci lievitati.
Credo di averlo da quando, ancora alle scuole superiori, ho assaggiato un dolce, tra l’altro vegano, in cui la base era appunto fatta con lievito di birra.
Il dolce in questione non incontrò il gusto della maggior parte dei componenti della mia famiglia ma a me piacque da impazzire, tanto che, anche a distanza di anni, se mi sforzo, riesco ancora a ricordarne alcuni sentori.
Per la precisione si trattava di un dolce di origine tedesca chiamato “pizzico d’ape” o “buco di vespa”, non ricordo bene, del quale non ho mai più sentito parlare e che non ho mai provato a rifare.
È stato quindi un vero e proprio colpo di fulmine e credo che quell’istintivo interesse per quel gusto così particolare sia stato proprio merito del lievito naturale, così nuovo per il mio palato.
La passione per i lievitati e il lievito madre
La mia simpatia per i lieviti mi ha portato, ormai 4 anni fa, a creare da 0 il mio lievito madre.
Ne avevo sentito parlare quasi come se fosse un’entità magica, qualcosa di oscuro e misterioso il cui allevamento presupponeva la stessa pazienza che si ha con i bambini (credo che questa affermazione venga da qualcuno che non ne ha mai avuto, comunque 😊).
Siccome all’epoca non sapevo ancora che esistono vere e proprie mappe di spacciatori di lievito madre, ho deciso di tentare l’operazione da 0.
Ho letto mille blog e forum e poi sono partita.
Primo tentativo: fallito.
Mai demordere, e avanti con il secondo tentativo.
Secondo tentativo: fallito.
Ho quindi cambiato ricetta e istruzioni e al terzo tentativo…eccolo lì, il mio intruglio di acqua e farina si è trasformato in qualcosa di vivo, che respirava e faceva bollicine.
Ho dovuto dargli un sacco di acqua e farina per farlo diventare accettabile e perdere un po’ dell’acidità iniziale, ma alla fine sono riuscita a fare i miei primi esperimenti.
Per lo più pani e pagnotte che assomigliavano a sassolini e che non ne volevano sapere di avere tutte quelle belle bolle che vedo nelle foto dei blog dei gruppi da cui spesso traggo consigli e ispirazione.
Ma si sa, l’allenamento è tutto e così, a forza di provarci e riprovarci, ho preso dimestichezza con quella cosa molliccia e ho iniziato anche io a sfornare panificati più degni.
E comunque avevo notato che riuscivo sempre meglio nella realizzazione di ricette dolci. Quelle erano quasi sempre un successo, mentre per il pane, seppure sembri una cosa semplice, non lo è affatto e ancora sto lavorando per ottenere un risultato, se non da 10, almeno da 8 e mezzo.
Il mio lievitato per eccellenza, la treccia alla cannella
Credo che la prima ricetta dolce che ho prodotto con il lievito madre sia stata proprio la treccia alla cannella di cui parlerò tra poco, anche se posso dire di aver superato tutti i timori legati al lievito quando sono riuscita a produrre i miei primi pandori.
È stato quello il momento in cui ho capito a pieno che il lievito madre ha un suo tempo, che va sempre rispettato.
Se lui decide di lievitare ed essere pronto alle 3 di notte, non c’è scusa che tenga, ti devi alzare e cuocerlo, prima che la pasta collassi e si inacidisca.
È quello che è successo più di una volta proprio con questa treccia, che, dopo la prima, ha avuto un sacco di riedizioni.
È un dolce che adoro: semplicissimo eppure perfetto.
Si sente distintamente il sapore del lievito, che amo così tanto, si distinguono gli aromi e soprattutto la cannella, che fa subito inverno e feste natalizie.
Per dovere di cronaca, ovviamente l’ideatrice della ricetta non sono io, ma l’ho trovata sul “Lievitario”, una sorta di Bibbia dei pastamadrini del quale ormai non posso più fare a meno.
La ricetta, per l’esattezza è quella dei “Cinnamon Rolls” di Lucia Ambrosio, che io ho rivisitato nelle dosi di alcuni ingredienti e nella forma.
In questo caso, presenterò la ricetta originale e quella che faccio più sesso e cioè la treccia alla cannella.
Di questo dolce però ho fatto varie versioni, lasciando inalterata la base. Alla pasta brioche che lo caratterizza, infatti, potrete aggiungere confettura di frutti di bosco, pere e cioccolato, arancia candita e zenzero, vedrete, saranno tutte ugualmente deliziose.
Naturalmente, non sono una pastamadrina con i fiocchi e purtroppo, anche a me è capitato di “perdere” il mio lievito. Si sa, è piuttosto volubile e basta dimenticarsene per un po’ per far sì che si inacidisca e smetta di darci una mano a produrre panificati perfetti.
Meno male che ho la mia amica Laura, sempre pronta a rimediare ai miei errori con piccole dosi del suo “Camillo Denso”!
E per chi non ha il lievito madre, treccia alla cannella con lievito di birra
In ogni caso, la treccia dolce alla cannella, è troppo buona per rinunciare a farla se non si ha lievito madre e così, ho provato anche una ricetta che prevedesse il lievito di birra.
Entrambe le versioni che proporrò, quindi, sono state testate e vi assicuro che sono perfettamente funzionanti.
Anche per quella con lievito di birra ho comunque voluto mantenere la lunga lievitazione indicando una dose piccolissima di lievito da utilizzare, perché secondo me il tempo è uno degli ingredienti imprescindibili di questa ricetta.
Ma soprattutto vi assicuro che il profumo che riempirà la cucina quando cuocerete la vostra treccia è lo stesso, sia che la facciate con lievito madre sia che proviate la versione con lievito di birra, senza dubbio più accessibile.
Provatela e sbizzarritevi a tetare anche nuove varianti di sapore!
Non vi lascerà delusi.
Treccia alla cannella
Ingredienti
Per la pasta brioche
- 300 g di farina forte (300/320 W) oppure manitoba (oppure 335 g in caso si usi il licoli)
- 4 g di lievito di birra (oppure 90 g di pasta madre solida oppure 70 g di licoli)
- 1 uovo
- 125 g di latte (usare 125 g di latte sia nel caso di lievito di birra sia nel caso di pasta madre solida. Utilizzare invece 90 g di latte per il licoli)
- 60 g di zucchero
- 6 g di sale
- 40 g di burro pomata (per pomata si intende che il burro deve esser fatto ammorbidire al caldo fino a che non avrà assunto la consistenza di una pomata, appunto)
Per la farcitura
- 100 g di burro pomata
- 40 g di zucchero
- 2 cucchiaini di cannella
Preparazione
Preparate la pasta brioche
- Potrete realizzare la pasta brioche sia impastando a mano sia in planetaria.Io personalmente impasto questa preparazione a mano.
- Pesate la farina necessaria, setacciatela e disponetela a fontana sulla spianatoia.
- Aggiungete alla fontana la dose di zucchero necessaria per la pasta brioche.
Metodo con lievto madre o licoli
- Utilizzate un lievito madre o un licoli ben attivo a 3 ore dal rinfresco.
- Sciogliete il lievito madre o il licoli insieme al latte.
- Quando inizierà a fare un po' di schiuma, versate il composto di lievito e latte nel centro della fontana.
Metodo con lievito di birra
- Sciogliete bene il lievito nel latte e versatelo al centro della fontana.
...proseguite
- Inserite anche l'uovo e sbattete leggermente.
- Iniziate quindi a impastare, aggiungendo il sale e aromi se vi piacciono (ad esempio buccia di limone grattugiato o vaniglia).
- Impastate fino a che il composto non sarà diventato abbastanza liscio e senza grumi.
- L'impasto potrebbe risultare particolarmente appiccicoso. In questo caso vi consiglio di aiutarvi con una spatolina per impastare e di resistere alla tentazione di aggiungere farina.
- Iniziate quindi ad aggiungere, poco alla volta, la dose di burro pomata necessaria per la pasta brioche.
- Inseritelo in piccole dosi e almeno in 3 volte, facendo attenzione a lavorare bene l'impasto fino a che non avrà assorbito la dose di burro precedente, prima di aggiungere la successiva.
- Una volta che avrete inserito tutto il burro, pirlate il composto. Pirlare significa accarezzare con una mano la base del composto tirandolo verso di voi e facendovelo scorrere nelle mani.Vedrete che piano piano si fomerà una palla che tenderà a crescere verso l'alto e arrotondarsi sempre di più.Un esempio di pirlatura potete vederlo qui: https://www.youtube.com/watch?v=2oaCiZQGqYg
- Mettete quindi a lievitare il panetto in una ciotola di vetro o ceramica, coperta con della pellicola trasparente.Se utilizzate il lievito madre o il licoli, vi consiglio di mettere il panetto a una temperatura di 26°/28° circa (di solito in forno con la lucina accesa).Il lievito di birra invece tenderà a lievitare più facilmente anche a temperatura ambiente: potrete metterlo in forno con la luce accesa anche questo: la lievitazione sarà abbastanza veloce.
- L'impasto dovrà raddoppiare di volume.Non vi preoccupate se non lo vedrete crescere: soprattutto se utilizzate il lievito madre potrebbero volerci molte ore. Dipende molto dalla forza del lievito e dalla temperatura. La prima volta, il mio, ha impegato 2 giorni per raddoppiare.Teoricamente, se usate un lievito in forza e lo tenete al caldo dovrebbe impiegare circa 5/6 ore a raddoppiare.La lievitazione con il lievito di birra invece dovrebbe essere un po' più veloce.
- Solo quando il panetto sarà raddoppiato di volume (con i tempi che vorrà) potrete procedere con la seconda fase.
- Realizzate la farcia con burro, cannella e zucchero, amalgamando bene gli ingredienti.
- Spolverate di farina la spianatoia e appoggiatevi il panetto lievitato.
- Con l'aiuto di un po' di farina, stendete l'impasto realizzando un rettangolo di circa 25 x 40.
- Con un pennello, cospargete la farcia sul rettangolo e arrotolatelo dal lato più lungo.
- A questo punto, con un coltello affilato, tagliate a metà il rotolo nel senso della lunghezza lasciandolo attaccato in un'estremità, quindi intrecciate i due lembi per formare una spirale.
- Prendete delicatamente la spirale e inseritela in uno stampo da plum cake, schiacciando leggermente le estremità per renderla più corta e tozza.
- Mettete di nuovo a lievitare (questa volta non vi preoccupate sarà molto più veloce).
- Quando la treccia sarà quasi raddoppiata, accendete il forno a 180°, spennellate la superficie della treccia con un po' di burro fuso e infornate per 40/45' circa.
- La treccia dovrà risultare ben dorata.